Non esiste una formula per individuare il vero amore, ma la scienza e la matematica vengono in aiuto delle coppie per stabilire scientificamente se il rapporto può durare. Ci ha pensato un grande scienziato a formulare l’equazione dell’amore; essa puo’ apparire una fredda dimostrazione matematica ma in realta’ e’ una delle formule piu’ belle mai scritte. L’equazione di dirac descrive l’amore…
L’equazione di Dirac è senza dubbio considerata dai profani, come la più bella e romantica equazione della fisica. Ideata dal grande scienziato Paul Adrien Maurice Dirac, fisico teorico britannico, che già a soli 12 anni masticava matematica presso il Merchant Venturers Technical College in una maniera che molti noi “adulti” ci possiamo solo sognare. Dirac fu premio Nobel per la fisica nel 1933, formulò l’equazione di cui stiamo per parlare nel 1928.
Per i più “temerari” si tratta di una equazione d’onda, formulata per ovviare agli inconvenienti generati dall’equazione di Klein-Gordon, che descrive il moto dei fermioni, particelle che formano la massa di cui siamo composti noi ed il nostro universo.
L’equazione dell’amore
Per i più “romantici” tale equazione afferma – semplificando – che se due sistemi vengono a contatto per un certo periodo di tempo, anche se poi vengono separati continuano ad influenzarsi a vicenda, per cui non possono più essere considerati come due sistemi distinti. Come due persone che, dopo essersi amate, anche dopo la separazione continuano – nel bene e nel male – a conservare dentro di se una parte dell’altra persona. Per sempre.
Non so se Dirac, a mio avviso tra i più geniali fondatori della fisica quantistica, quando ha scritto questa formula abbia pensato in qualche modo al lato “filosofico” dei suoi complicati calcoli, ma i più associano la sua equazione all’amore, effettivamente come non essere d’accordo?
Nel dettaglio, le coppie che sono considerate a basso rischio di rottura tendono ad avere delle conversazioni positive e ad incolpare eventuali reazioni negative del partner a fattori esterni, come il lavoro o la cattiva digestione, mentre le coppie da alto rischio fanno l’esatto contrario, ovvero considerano le asserzioni negative del partner come ‘qualcosa di personale‘ e che fa parte del suo brutto carattere.
L’equazione dell’amore secondo la dottoressaFry
La dottoressa Fry riprende nel suo volume gli studi eseguiti dallo psicologo John Gottman e dal matematico James Murray, i quali si sono occupati di analizzare molte interazioni e parametri biologici nella coppia, di analizzare la risposta del battito cardiaco, delle espressioni e anche delle parole impiegate durante il dialogo. Dall’analisi di questi fattori, gli psicologi erano riusciti e predire il rischio di rottura con una precisione del 90% e hanno formulato un’equazione che predice il livello di negatività durante il corso di una conversazione, dove la conversazione viene intesa come il vero e proprio ago della bilancia per valutare la resistenza e la durata di una storia d’amore.
La formula è molto speciale, in quanto è costruita su due righe e predice quanto sarà infelice la moglie nella prima riga e il marito nella seconda. Interpretando la formula si scopre, però, che non sono le coppie dove la negatività è alta a resistere, ovvero dove entrambi i componenti annuiscono e ‘portano pazienza’, ma le coppie dove la negatività è misurata, ovvero dove si ha il coraggio di criticare il comportamento del partner, anche se si dà la colpa al lavoro o alla cattiva digestione. Parlare ed esporre le proprie sensazioni è quindi la prima regola da seguire per una vita felice e una formula matematica ce lo ha ampiamente confermato.
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