Affettando le verdure, raccogliendo i cocci di una porcellana, poggiando un piede su un chiodo o, per i più piccoli, cadendo dalla bicicletta…le ferite variano a seconda della causa e vanno curate opportunamente.
Le ferite possono essere lineari e con margini netti se procurate da oggetti affilati come coltelli, vetri o porcellane; presentare un foro profondo ma poco visibile se determinate da aghi o chiodi; o essere abrase, più ampie e superficiali, se causate dallo sfregamento con superfici.
Importante è valutare la gravità del danno e sapere quando è necessario l’intervento del medico. Il dottor Maurizio Galbussera, responsabile del Pronto Soccorso all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, ci dice come intervenire nel modo più giusto.
Cosa è meglio non fare
Non farsi consigliare dalla fretta: spesso si avvolge la ferita in un fazzoletto e si rimanda la medicazione, rischiando di scatenare un’infezione.
Contrariamente a quello che si pensa, non si deve usare l’alcol, che lede le cellule dei tessuti e non facilita la guarigione.
Altrettanto per il cotone idrofilo: può lasciare pelurie che possono infilarsi nella ferita e irritarla ulteriormente.
Non vanno neppure applicate polveri cicatrizzanti e cotone emostatico: non fanno respirare il taglio, aumentando il rischio di infezioni. Da evitare anche il laccio emostatico, perché blocca completamente la circolazione del sangue e crea severe complicazioni.
Cosa fare nell’immediato
Lavarsi le mani prima di medicarsi. Poi bisogna considerare il tipo di emorragia.
Se il sangue esce rapidamente e copiosamente (emorragia arteriosa).
Si deve lavare la ferita con acqua e semplice sapone (di Marsiglia) per liberarla da eventuale terriccio, brandelli di tessuto, frammenti di legno. I movimenti devono essere centrifughi, dal centro verso la cute sana. Si disinfetta poi con acqua ossigenata o clorexidina, si tampona con una garza sterile si applica un cerotto.
Se la ferita è ampia
Può essere utile applicare una benda e una fasciatura di sostegno al tampone, non troppo stretta per non arrestare la circolazione. Se il sangue continua a uscire in modo abbondante, in attesa di recarsi a un Pronto Soccorso, si devono attuare compressioni a livello locale e, se non bastasse, sulle arterie a monte della ferita.
Se la ferita è alla bocca o alle labbra
Queste zone hanno molti vasi sanguigni e occorre far sedere l’infortunato con la testa un po’ in avanti per far in modo che non inghiotta o inali il sangue. Comprimere a lungo con un tampone. Può essere utile usare la matita emostatica. Se dopo un quarto d’ora il taglio continua a sanguinare è bene recarsi al Pronto Soccorso.
Se la ferita è profonda
Soprattutto se è stata provocata da un vetro o da ceramica c’è il rischio di lesioni sottostanti, con lacerazione dei tendini. In particolare se sono le mani o i piedi a essere interessati, perché negli arti i tendini sono superficiali. Se la lesione è procurata da un oggetto non pulito, o è sporca di terriccio, è bene consultare il medico: potrebbe servire l’antitetanica.
L’anti tetanica
Il tetano è causato da un batterio presente nell’intestino degli animali che sopravvive anche per anni nel terreno. Può penetrare anche in piccole ferite causate da oggetti sporchi. Il tetano non è provocato dalla ruggine – come molti credono – è bene fare attenzione ai chiodi arrugginiti per il fatto che possono essere stati in contatto con il suolo.
Il vaccino contro il tetano è fatto in 3 dosi nel primo anno di vita e poi con successivi richiami a 5-6 anni e a 14. L’ideale è mantenere attiva questa protezione con richiami ogni 10 anni. In caso di ferita sospetta, se il vaccino non è più attivo, è meglio fare l’iniezione di siero antitetanico insieme con una dose di gammaglobuline. Se non si è in Pronto Soccorso, si può acquistare la dose in farmacia al costo del solo ticket.
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